È un percorso terapeutico indicato quando i sintomi appaiono come un segnale di disagio relazionale dell’intera famiglia, che sembra comunicare in questo modo l’esistenza di un conflitto tra continuità e cambiamento, tra legami di appartenenza e bisogni di individuazione dei suoi singoli componenti. Il disagio può essere inizialmente espresso solo da un componente (paziente designato), o da alcuni componenti della famiglia attraverso sintomi diversi. Un figlio potrebbe presentare problemi del comportamento alimentare, rifiuto della scuola, abuso di sostanze, bullismo, comportamenti oppositivi e trasgressivi. Un genitore potrebbe manifestare insonnia, alcolismo, depressione ecc… mentre la coppia potrebbe avere problemi relazionali, problemi sessuali, comportamenti violenti e adulteri… L’approccio familiare che utilizzo è sistemico relazionale, in un’ottica trigenerazionale. Ciò significa che il disagio non solo si inserisce nella storia evolutiva della famiglia, ma coinvolge almeno una generazione precedente e, per la sua comprensione e soluzione del problema, sono richieste energie e risorse presenti nella famiglia estesa. Il compito dello psicologo è quello di attivare le potenzialità del sistema familiare perché possa, in prima persona, diventare artefice del cambiamento utilizzando elementi e informazioni già presenti, almeno a livello potenziale, della famiglia stessa. Quando lavoro con la famiglia le sedute sono distanziate almeno di due settimane, per dare tempo alla famiglia di sperimentare i cambiamenti. A volte utilizzo la co-terapia, cioè la conduzione delle sedute da parte di una coppia di terapeuti.